Compromessi e felicità
Il compromesso salvadoregno e la promessa di felicità di un'azienda farmaceutica danese.
Foreign Affairs - una newsletter di notizie da tutto il mondo
a cura di Luca Salvemini
N. 15 - 12 marzo 2023
In cabina di comando il comandante è pronto. Allacciate le cinture, si può partire. Brioche, cappuccino e.. wheels up!
E’ stata una settimana come sempre ricca di avvenimenti.
Le immagini più belle ce le hanno regalate i ragazzi in piazza a Tbilisi dove, ancora una volta, è stato ribadito un concetto elementare: ogni popolo ha il diritto sacrosanto di decidere autonomamente il proprio destino.
Nel caso del popolo georgiano, il destino che auspicano è abbastanza chiaro ed evidente. Bastava osservare quali bandiere sventolavano in piazza.
E’ tempo di partire.
Il viaggio di questa settimana ha due tappe: partiremo dal compromesso in El Salvador per poi muovere in direzione Danimarca dove un’azienda farmaceutica cerca di rendere il globo più felice.
Partiamo!
1 - Il compromesso
Il posto più pericoloso al mondo.
In questo modo, per anni, è stato soprannominato El Salvador. Il motivo lo si deve all’alto tasso di criminalità che ha piagato il paese con l’avvento delle pandillas, le gang criminali che - fino alla rivoluzione del presidente Bukele - hanno presidiato il territorio salvadoregno praticamente senza alcuna forma di contrasto.
70 mila affiliati attivi in un paese di 6,5 milioni di abitanti.
Appena riconfermato presidente nel 2021, Bukele ha stretto un patto occulto con i capi delle gang: “finitela con gli omicidi e vi lascio continuare il vostro business (spaccio, rapine, estorsioni)”.
Il patto però si rompe. Alla fine di marzo del 2022, la Mara salvatrucha - una delle gang criminali salvadoregne più spietate - uccide in due giorni 87 persone. Un massacro che rompe il rapporto di fiducia tra le gang e Bukele, avviando la repressione brutale del governo e delle forze di polizia nei confronti delle pandillas.
Bukele proclama immediatamente lo stato di emergenza, sospendendo gran parte delle garanzie previste dalla Costituzione: il periodo di carcerazione preventiva passa da 72 ore a 15 giorni e chi viene arrestato non ha diritto ad un avvocato.
In quasi un anno, fino a febbraio 2023, si contano circa 63 mila arresti.
Human Rights Watch certifica, nell’ultimo anno, migliaia di arresti arbitrari, eseguiti senza prove e senza garanzie per l’arrestato. Torture, perfino morti violente di persone arrestate e brutalizzate per strada solo in quanto “sospettate” di essere affiliate ad una delle gang.
Il culmine lo si raggiunge il 24 febbraio di quest’anno. Il presidente Bukele inaugura un carcere che può rinchiudere fino a 40 mila detenuti.
Otto edifici, ognuno dei quali con 32 celle di 100 metri quadrati all’interno delle quali stipare 100 detenuti. Facendo un calcolo, se la prigione fosse al completo ogni detenuto avrebbe a disposizione circa 0,6 metri quadrati (secondo le normative europee, gli spazi per ogni detenuto sarebbero inferiori a quelli previsti per il trasporto di bestiame).
Il primo trasferimento di detenuti nella prigione avviene a fine febbraio. Vengono recluse circa 2mila persone accusate di far parte di bande criminali.
Il trasferimento in carcere viene eseguito con modalità brutali e poco dignitose per l’essere umano: i detenuti vengono rasati a zero, a torso nudo, ammanettati o con le mani sopra la testa, costretti a correre in percorsi predisposti dagli agenti in tenuta antisommossa, per poi venire ammassati al centro di un grande stanzone nella prigione.

Dopo gli arresti di massa imposti da Bukele, oggi in El Salvador sono stati recuperati quartieri e strade che prima era impossibile frequentare e percorrere. Erano teatro giornaliero di omicidi e guerre tra bande.
I ragazzini sono tornati nei campi di calcetto senza timore di perdere occhi, vite o di gettarsi per terra all’udire di uno sparo. Le macchine possono circolare liberamente, senza pagare un pedaggio all’entrata di determinati quartieri. I commercianti possono effettuare consegne del loro cibo in zone dove prima, per lavorare, dovevano corrispondere una percentuale alla gang operante in quella zona (nel 2016 la Banca Centrale salvadoregna ha stimato in quattro miliardi il costo della violenza delle bande).
Ma che prezzo ha avuto questo compromesso? E fino a quando reggerà?
Riferendosi alle bande, il ministro della Giustizia Gustavo Villatoro aveva detto che il trasferimento dei detenuti nella nuova prigione serve a «eliminare questo cancro dalla società» e ha fatto capire di non essere intenzionato a far uscire chi vi viene rinchiuso.
Oggi in El Salvador è stato sospeso lo stato di diritto.
Lo stato di emergenza proclamato da Bukele ha eliminato la presunzione di innocenza, il diritto alla legittima difesa e ha smantellato l’indipendenza dei giudici. La Corte Suprema di giustizia, di fatto, risponde a Bukele, avendo quest’ultimo nominato gran parte dei suoi componenti.
Ai cittadini arrestati non viene garantito un processo equo. Nell’ultimo anno è aumentato considerevolmente il numero di innocenti arrestati senza alcuna accusa. La loro “colpa” era quella di camminare su un certo marciapiede.
Sono persone che, nella maggioranza dei casi, non usciranno più dal carcere.
Sulla bilancia della giustizia, nel compromesso tra la garanzia di sicurezza dei salvadoregni e il rispetto dei principali cardini di uno stato di diritto, El Salvador ha fatto pesare di più la prima.
Secondo un recente sondaggio, circa l’80% dei salvadoregni approva questo nuovo modello di (in)civiltà giuridica.
2 - Prometto di farti felice
Come ha fatto Kim Kardashian a perdere 8 chili per vestire un abito indossato da Marlyin Monroe nel 1962?
Esercizi, dieta, palestra, ma soprattutto Wegovy, Semaglutide, Ozempic.
Contesto. Lo scorso numero dell’Economist ha dedicato un lungo reportage su come il problema dell’obesità stia raggiungendo proporzioni drammatiche e difficilmente gestibili in tutto il mondo.
Il settimanale inglese ha evidenziato come, nel 2020, due quinti della popolazione mondiale erano certificati sovrappeso oppure obesi. Nel 2035, secondo le stime del World Obesity Federation (WOF), la percentuale di popolazione mondiale a rischio obesità sarà quasi del 50%, raggiungendo la soglia dei 4 miliardi di persone.
Versare in una condizione di obesità, oltre ad essere grave per la salute di per sé, aumenta altresì la predisposizione a contrarre malattie quali diabete, varie tipologie di cancro, ictus e attacchi di cuore.
Le cause. Nell’analizzare le cause di queste emergenza, l’Economist parte dalla trasformazione dei componenti presenti nei cibi che mangiamo. Un indice qualitativo che si abbassa sempre più con un sempre più alto e diffuso utilizzo di sostanze che aumentino il periodo di conservazione dell’alimento.
Tali aspetti uniti ad un aumento di stili di vita sempre più sedentari (tra il 1960 e il 2006 c’è stata una riduzione del tempo dedicato all’attività fisica che ha determinato una riduzione media di 100 calorie spese al giorno) e stressanti determina una miscela esplosiva.
Il cibo non assolve più la necessità primaria di alimentarsi, ma diventa rifugio e sfogo di altri e diversi malesseri.
Il costo annuale per l’economia mondiale causato dal sovrappeso raggiungerà, entro il 2030, la cifra record di quasi 4 triliardi di dollari.
Un costo dovuto all’aumento delle spese sanitarie per la cura di queste persone, al tempo non lavorato a causa delle malattie varie connesse all’obesità e alle morti premature legate appunto alla condizione di sovrappeso.
Ad aggravare il quadro bisogna considerare come la gran parte delle persone affette da obesità non viva nella parte ricca e benestante del globo, bensì in paesi come l’Egitto, il Messico e l’Arabia Saudita. Infatti, nel 2035, secondo le stime del WOF, il 47% dei messicani, il 46% degli iraniani e dei sudafricani e il 42% dei malaysiani diventeranno obesi.
La cura. E’ in questo contesto che ha destato interesse e scalpore l’annuncio della messa in commercio del Semaglutide, un farmaco prodotto dalla danese Novo Nordisk - conosciuto in America con il nome di Wegovy - che assicura, assunto una volta a settimana, la diminuzione del proprio peso del 15%.
Una scoperta dell’oro, una promessa di felicità.
Il farmaco è già in commercio negli Stati Uniti, in Norvegia ed in Danimarca, ma l’azienda conta presto di venderlo in molti altri Paesi.
Le richieste per ottenerlo sono esplose. Più di 4 milioni di farmaci sono stati venduti nel 2022, con un incremento del prezzo del 40% rispetto al 2021.
Tale boom ha però determinato anche un problema di approvvigionamento per i malati di diabete. Infatti, il Wegovy, nel 2017, era stato commercializzato dalla Novo Nordisk quale farmaco anti diabetico. Solo dopo, una volta visti i risultati efficaci ottenuti nella perdita di peso, ha mutato la sua principale finalità commerciale.
Gli analisti economici hanno stimato come, entro il 2031, il mercato dei farmaci contro l’obesità ed il sovrappeso raggiungerà i 150 miliardi di dollari. Una dimensione non distante dal mercato dei farmaci contro il cancro.
I dubbi. Gli effetti a lungo termine di questi farmaci non sono ancora chiari. Alcuni test su animali hanno provato una particolare predisposizione allo sviluppo di forme di tiroidi cancerogene e pancreatiti. Ignote sono altresì le conseguenze sulla somministrazione di questo farmaco sulle donne prima, durante e dopo una gravidanza.
Questo è un tema che ha, naturalmente, sollevato numerose perplessità. Questi farmaci, infatti, sono destinati ad essere assunti dalla persona per tutto il resto della sua vita.
Conoscere gli eventuali effetti collaterali è il primo e più importante aspetto che va al più presto chiarito e reso noto.
Le speranze. Gli studi sull’efficacia del Wegovy hanno prodotto importanti risultati sulle persone che ne fanno uso. Hanno mostrato una riduzione del 14% di attacchi di cuore in conseguenza di forme di diabete e del 12% rispetto ad morti come conseguenza di diabete o altre forme di problemi cardiaci, oltre alla effettiva perdita di peso.
Constatare come la maggioranza dell’umanità disponga di sufficienti quantità di cibo per sfamarsi e sopravvivere è di per sé un’ottima notizia, un segnale di progresso rispetto a tanti posti che ancora soffrono gravi carestie.
Ma quando questa celebrazione diventa patologia, il cibo smette di essere festa e diventa trappola.
Per le citate ricadute e conseguenze fisiche, sociali ed economiche, l’obiettivo di contenere, se non debellare, questo fenomeno assume un carattere prioritario.
L’obesità causa milioni di morti, innumerevoli problemi fisici nei confronti di chi versa in questa condizione, determina un enorme aumento delle spese sanitarie negli stati maggiormente colpiti ed è elemento di stigma e malessere per coloro che ne rimangono intrappolati.
L’auspicio è che il progresso medico riesca davvero a rendere più sostenibili e felici le esistenze di questi esseri umani.